Il respiro in Psicosomatica è uno strumento potente e sottovalutato. Il potere terapeutico del respiro è spesso sconosciuto, ma può portare grandi benefici
Respiro e vita
“Per tutto il corso della storia, gli essere umani hanno stabilito una forte connessione tra il respiro e la spiritualità. Ad esempio, le parole “spirito” e “inspirare” derivano dal termine latino Spiritus, che ha due significati: anima e respiro. Similmente, nella lingua ebrea la parola ruah generalmente significa “respiro” o “vento”, ma vuol dire anche “anima”. Allo stesso modo il termine greco psiche, dal quale derivano parole come psicologia e psichiatria, significa “anima”, “spirito”, “mente” o “respiro”.
“Nell’Antico Testamento della Bibbia, Dio plasmò l’uomo dalla polvere della terra e alitò in esso la vita attraverso le narici. Nella mitologia greca antica, l’uomo fu creato dal fango dal dio Prometeo, poi la dea Atena alitò in esso la vita. In tutte le religioni più diffuse nel mondo – il Cristianesimo, l’Islam, il Buddismo, l’Induismo, il Sikhismo, il Giudaismo e il Taoismo – ci sono esercizi di respirazione volti a favorire l’accesso a uno stato di maggiore consapevolezza o esperienza diretta del divino.” (Russ Harris)
Connessione tra respiro e spiritualità
- C’è un ovvio legame tra respiro di vita. Fintanto che respiri, sei vivo, il che significa che c’è sempre qualcosa di significativo che puoi fare.
- Gli esercizi di respirazione sono spesso rilassanti e favoriscono la concentrazione. Possono aiutarci ad accedere ha un senso interiore di pace, a trovare un luogo sicuro e tranquillo nel mezzo di una tempesta emozionale.
- Possiamo usare il nostro respiro per ancorarci nel presente: quando siamo presi dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni, possiamo concentrarci sul nostro respiro per tenerci a terra e riconnetterci con la nostra esperienza nel qui e ora.
- Respirare può fungere da metafora per lasciar andare.
- Il respiro è la prima cosa che diamo per scontata, pur essendo così importante.
Tipi di respiro
Nella pratica dello yoga si distinguono tre differenti tipologie di respirazione:
- respirazione clavicolare: apporta il minor volume di aria garantendo solo una ventilazione superficiale della parte superiore dei polmoni e ciò può essere all’origine di disfunzioni e patologie psicosomatiche.
- respirazione toracica (o costale): si realizza grazie alla dilatazione della cassa toracica e alla conseguente espansione dei polmoni nella fase di inspirazione, mentre l’aria viene poi espirata tramite contrazione dei muscoli intercostali e diminuzione del volume toracico.
- respirazione addominale (o diaframmatica): è quella in cui si espandono maggiormente i polmoni durante la fase inspiratoria, permettendo l’accumulo di aria fresca; nella fase espiratoria, invece, i polmoni si svuotano dell’aria incamerata, favorendo un notevole ricambio di aria e una buona ossigenazione del sangue arterioso
C’è un altro tipo di respirazione: la respirazione globale, in cui respiriamo con tutto il corpo.
Psicosomatica: il potere terapeutico del respiro
Il respiro ha anche un grande potere terapeutico: di fronte al dolore fisico o psicologico di solito entriamo in tensione e questo causa ulteriore dolore. Se invece di chiuderci, contrarci, indirizziamo il respiro verso l’area che provoca dolore, ci apriamo sempre di più. Respirando nel dolore, aumentiamo il flusso di sangue e ossigeno nella parte interessata, sciogliamo le tensioni, riduciamo il dolore. Ovunque sentiamo delle tensioni e delle resistenze, portiamo gentilmente il nostro respiro caldo e contemporaneamente respiriamo con l’addome. Se la pancia è rilassata, tutto il corpo si rilassa.
Malattie del respiro e guarigione
Il respiro è vita, ma non possiamo possederlo: possiamo prenderlo solo a condizione di darlo di nuovo. Respirare è un flusso costante, mentre io espiro, qualcun altro inspira e viceversa, diamo e riceviamo la stessa aria. In tale flusso richiede fiducia, in se stessi e nel mondo: dobbiamo fidarci del fatto che dopo aver espirato potremo inspirare ancora. I problemi legati al respiro, quindi, riguardano sensazioni di insicurezza, sfiducia e bisogno di controllo.
Respirazione e Mindfulness
Sebbene la respirazione sia automatica e non controllata e rappresenti una funzione che diamo per scontata, ascoltare se stessi, prendere gradualmente consapevolezza del modo in cui respiriamo e provare ad esercitare un controllo sul respiro ci permette di capire se siamo rilassati e sereni mentalmente.
Provate un semplice esercizio di Mindfulness:
Sedetevi con gli occhi chiusi e concentratevi sul vostro respiro. Fate tre respiri profondi. Respirate solo col naso.
Tenete un dito sotto il naso per sentire l’espirazione. Com’è? Calda? Umida? Com’è l’insperazione? Fresca?
Mettete le mani sulla pancia: osservate i movimenti dell’addome che si solleva e si abbassa a ogni respiro.
Fissate tutta l’attenzione su quel punto dell’addome che sentite sollevarsi ad ogni respiro.
Se vi accorgete di esservi lasciati distrarre da un pensiero non preoccupatevi; il vostro compito è quello di dirigere l’attenzione sul respiro ogni volta che la vostra mente comincia a vagare. Dite a voi stessi “bravo, te ne sei accorto!”, e poi continuate ad osservare il respiro.
Psicosomatica: il potere terapeutico del respiro