Vorrei, con poche parole, raccontare il percorso che ho intrapreso qualche mese fa, e lo farò utilizzando una metafora.
Tutto si svolge nell’ambiente più familiare della casa…la cucina. La vita si potrebbe paragonare ad una pentola, molto capiente, all’interno della quale si possono cucinare una sacco di cibi squisiti. Durante le giornate, la vita ti regala una quantità enorme di ingredienti che, se utilizzati con saggezza, possono riservarti dei piatti indimenticabili. Se utilizzati in maniera scorretta, però, possono trasformarsi in un piatto insapore.. inodore.. senza un’emozione.
Io avevo deciso di fare un gran minestrone, prendevo gli ingredienti che la mia vita mi metteva nelle mani e li buttavo tutti nella mia pentola… ci sta tutto, c’è ancora spazio, questa pentola è capiente …
Butta dentro oggi e copri tutto con il coperchio; getta domani e continua a coprire…intanto la pentola si riempie, l’acqua inizia a bollire… riapro il coperchio e continuo a riempire…
Fino a che, tutto d’un tratto, il coperchio non riesce più a contenere niente.
Tutto d’un tratto, la pentola tanto capiente non sembra più così capiente.. tutti gli ingredienti che la vita ti ha regalato si trasformano in un immenso minestrone mezzo bruciato. Questo è ciò che ti restituisce quella pentola che fino a quel momento era stata la protettrice di quel che sei.
In realtà, se accettiamo gli ingredienti che abbiamo, se impariamo ad utilizzarli in maniera alternativa, potremmo inventare tutti i giorni piatti diversi ed estremamente invitanti, in grado di darci la gioia di assaporare tutto ciò che la vita ci regala, anche i piatti più amari.
(A., uomo, 35 anni)