La depressione post-vacanza non è normale, se indica problemi irrisolti della nostra vita.
In questo periodo leggo ovunque articoli sulla depressione post-vacanza, o sindrome da rientro, che, sostanzialmente, dicono tutti la stessa cosa: il disturbo si presenta in questo modo e questi i consigli per superarlo. Come se fosse giusto e normale essere depressi perché le vacanze sono finite. La mia opinione è che no, non è normale.
Depressione post-vacanza cos’è?
La depressione post-vacanza è uno stato di malessere che può coinvolgere sia la sfera fisica, con stanchezza eccessiva, dolori, disturbi del sonno, emicrania, che la sfera psicologica, con umore depresso, irritabilità, aumento dell’ansia, senso di vuoto, apatia, difficoltà di concentrazione. Insorge, come dice il nome, al rientro da un periodo di vacanza anche non particolarmente lungo (le classiche 2-3 settimane della maggior parte degli Italiani) e la sua durata dovrebbe essere transitoria.
Riflessione: qualsiasi vacanza ha lo scopo di fornire riposo e svago, che sono condizioni piacevoli per chiunque. Quando facciamo un’esperienza piacevole, siamo felici di averla vissuta e rigenerati dalle emozioni positive provate. Perché, invece, sembra normale che dopo aver fatto una vacanza piacevole il nostro umore debba risentirne?
Depressione post-vacanza: quando è normale?
Provare emozioni “negative” è normale (quelle normalmente classificate come negative, in quanto sgradevoli): essere tristi, arrabbiati, ansiosi, fa parte dell’esperienza umana.
Provare tristezza o malinconia perché un periodo bello e intenso sta terminando non è strano o patologico, ma vivere un malessere fisico o psicologico all’idea di riprendere la propria quotidianità, è indice di qualcosa di più profondo.
Cosa c’è dietro la depressione post-vacanza
Penso che le vacanze mettano in luce problemi e insoddisfazioni della vita quotidiana, che, per motivi diversi, non affrontiamo. Molte persone vorrebbero migliorare la propria posizione lavorativa o familiare e il periodo di vacanza consente loro di allontanarsi da una condizione ormai difficilmente sostenibile, fonte di stress, preoccupazioni, senso di solitudine. In questi casi, il rientro è “traumatico”, poiché si rientra in un contesto non più sano per la persona.
Oppure le vacanze hanno dato la possibilità di sperimentare nuove parti di noi che nel quotidiano sacrifichiamo, o non sapevamo di voler esprimere e il rientro nella quotidianità ci fa sentire “ingabbiati”.
Depressione post-vacanza come rinascita
La depressione post-vacanza, quindi, può essere la cartina al tornasole per misurare l’insoddisfazione più o meno celata per le aree importanti della nostra vita. Il problema non riguarda settembre, ma anche ottobre, novembre, dicembre…fino alle prossime vacanze, sempre troppo brevi se vissute nell’ottica della fuga.
Molti investono aspettative, energie e risorse economiche nelle vacanze, ma cosa potrebbe accadere se investissero gli stessi mezzi per migliorare la qualità della propria vita? Per esempio, in un corso di formazione per migliorare la posizione lavorativa, oppure in un percorso di Psicoterapia per stabilire priorità, bisogni ed obiettivi?