Avete mai sentito parlare di amaxofobia? Si tratta della paura di guidare ed è molto diffusa (circa il 33% della popolazione e di questi il 64% sono donne). Signore, ma anche ragazze giovani, che rinunciano a guidare la macchina perché l’idea di farlo provoca loro una terribile ansia.
Paura di guidare: caratteristiche
Spesso chi ha paura di mettersi al volante teme:
– di sentirsi male in macchina
– di avere un incidente
– di provocare un incidente e far male a qualcuno.
Alcuni hanno più paura quando sono in macchina da soli, oppure quando devono guidare in autostrada o se devono affrontare ponti e gallerie. Altri vengono presi dal panico se si formano delle “code” nel traffico, perché si sentono chiusi in trappola.
A volte i pensieri fobici diventano vere e proprie immagini spaventose che la mente ripropone al guidatore terrorizzato, ogni volta che deve salire in macchina. E l’ansia diventa una sofferenza fisica: il cuore batte all’impazzata, lo stomaco si accartoccia, l’adrenalina provoca un irrigidimento dei muscoli. E poi il respiro accelera e l’iperventilazione provoca una sensazione di stordimento, la testa gira e si teme di perdere il controllo. A questo punto si pensa di poter svenire da un momento all’altro.
Vi riconoscete?
Conseguenze dell’ansia
Sicuramente si riconosce in questa descrizione Anna, una paziente che si è rivolta a me qualche mese fa per affrontare la paura di guidare. Ha smesso di guidare in seguito ad un malore mentre era in macchina da sola e da quel momento farlo è diventato sempre più difficile. Peccato che abbia due bambini e che vorrebbe tanto portarli a karate o a fare merenda in un parco senza dover disturbare qualcun altro che faccia da autista. Oppure, ancora più importante, vorrebbe riuscire a portarli al pronto soccorso in tempi brevi, qualora si facciano male. I genitori di Anna sono molto disponibili e la accompagnano al lavoro, all’asilo a prendere i bambini, a fare la spesa, ecc. Insomma, si occupano di lei come se fosse una ragazzina.
Infatti, questo è ciò che accade a chi non guida: cerca di trovare delle strategie, delle soluzioni per non dover usare la macchina (usare i mezzi pubblici, trovare negozi e servizi vicino casa), ma spesso è costretta a chiedere passaggi a familiari e amici disponibili. Rinunciando alla propria autonomia ed indipendenza. E, a volte, vergognandosi molto del proprio problema.
La richiesta di tutte queste persone quando si rivolgono a me è: “fammi passare l’ansia, così posso cominciare/ricominciare a guidare”. Peccato che questa richiesta, così come è formulata, non possa essere soddisfatta. Ma si può ricominciare a guidare. Come?
Paura di guidare: rimedi
L’ansia è un’emozione normale, fisiologica, che si è sviluppata con noi durante l’evoluzione della specie, poiché è utile e funzionale alla nostra vita (se fosse stata completamente inutile, l’avremmo persa insieme alla pelliccia ed alla coda). Ci è utile, per esempio, ad affrontare i pericoli e reagire tempestivamente.
Ma cosa succede quando un attacco di panico ci viene mentre siamo in macchina? Il cuore batte all’impazzata, sudiamo freddo, possiamo avere sensazioni di nausea o dolori addominali, i muscoli sono tesi, il respiro si fa più veloce…e la mente comincia a pensare “sto impazzendo-sto per morire-sto per svenire-sto per perdere il controllo”. Quando abbiamo queste sensazioni spiacevoli e questi pensieri, la prima cosa che vorremmo fare è mandarli via. Ma più cerchiamo di mandare via l’ansia, più questa viene amplificata. Questo è un punto importantissimo da comprendere. Siamo noi a creare la nostra ansia e più la rifiutiamo, più le permettiamo di crescere e di assumere il controllo.
L’unico modo per non farsi dominare dall’ansia…è accettarla. Che non significa rassegnarsi passivamente alla sua presenza, né convincersi che ci piace. Significa: 1. Riconoscere la sua presenza; 2. Osservarla; 3. Darle il permesso di stare esattamente lì dov’è.
Cosa fare in pratica quando l’ansia ci assale?
- Tornare alla realtà. Per non amplificare ulteriormente l’ansia, bisogna “tornare alla realtà”, in primo luogo notando di quali pensieri hanno catturato la nostra attenzione (“sto per morire”? “avrò un incidente”?). Questi pensieri non sono la realtà, ma il frutto del lavoro della nostra mente. Quindi possiamo osservarli come osserveremmo un qualsiasi oggetto esterno a noi. Un esercizio utile da fare è dire a se stessi, invece che “sto per morire” o “sto per avere un incidente”:
“ho il pensiero che…sto per morire”
“ho il pensiero che…potrei avere un incidente”.
Questo ci permette di prendere una certa distanza dal pensiero da cui eravamo stati catturati.
- Accettare l’ansia. Come dicevo prima, questo significa riconoscerla e osservarla. Com’è fatta la vostra ansia? Quali sensazioni vi dà? Provate a descriverla. A questo punto, molti mi rispondono “ho l’ansia, non sai cos’è?”. Io lo so, e voi? Vi siete mai fermati a “sentirla” realmente o avete solo provato a mandarla via? Provate a descriverla ad un bambino o ad un alieno. Quali sensazioni fisiche provate? Dove sono nel vostro corpo? E quali emozioni sentite? Premesso che tentare di allontanare l’ansia servirà solo ad amplificarla, potete permetterle di stare lì dove la sentite? Potete concederle un po’ di spazio dentro di voi?
- Mentre la vostra mente vi presenta pensieri catastrofici ed il vostro corpo sensazioni spiacevoli, voi portate la vostra attenzione sul respiro. Respirate. Notate che la mente continua a presentare pensieri catastrofici e respirate. Notate che il corpo ha delle sensazioni spiacevoli e respirate. La realtà è fatta di questo: dell’aria che entra ed esce dal naso, di ciò che potete vedere con gli occhi, sentire con le orecchie, percepire col tatto. La realtà non è quella che sta passando nella vostra testa. E allora respirate e riagganciatevi alla realtà.
Far accettare ad Anna che non avremmo mandato via la paura di guidare, ma che avrebbe potuto conviverci è stata dura. Dopo circa un mese di terapia basata sulla pratica della Mindfulness e le tecniche di rilassamento, ha ricominciato a guidare, tutti i giorni, per andare al lavoro, per prendere i figli all’asilo e per portarli in giro (avete idea di quanto sia orgogliosa di lei?), ma spera sempre che quelle brutte sensazioni un giorno scompariranno. E forse accadrà, si sa che una cosa nuova ci spaventa sempre di più di una conosciuta, quindi a furia di guidare l’ansia si ridurrà sensibilmente. Ma forse non scomparirà mai del tutto, o forse comparirà in situazioni diverse.
Non è questo l’importante. L’importante è che, anche con l’ansia, Anna tutti i giorni si mette alla guida e fa ciò che deve fare, dimostrando che è lei quella che decide, non la sua ansia. Dimostrando che ci sono cose importanti nella vita di ognuno che ci spingono a superare i nostri limiti e le nostre paure.
E sapete cosa è successo? La madre, che prima si lamentava del fatto di doverla accompagnare a destra e a manca, ora sembra infastidita da questo cambiamento, dall’autonomia che Anna ha ritrovato e non la incoraggia né la supporta…capita sempre che ci sia qualcuno che “rema contro” il cambiamento, sempre! Ne parleremo in un articolo dedicato.